.:. A cura di Lorenzo "DrakeGeneration".:.
Con la serie Uncharted Naughty Dog ha dimostrato grande
abilità nel creare avventure spettacolari con un comparto tecnico
impressionante e un gameplay leggero e divertente con (poca) esplorazione e
(tanta) azione. Con la loro nuova ip, The Last of Us, Naughty Dog si allontana
dai toni leggeri e divertenti della loro precedente serie per un survival game
maturo e impegnativo. Toglietevi ogni genere di dubbio sulla qualità effettiva:
il risultato è assolutamente eccezionale, un nuovo metro di paragone per
narrativa e coinvolgimento.
L'apocalisse secondo Naughty Dog
Il letale Cordyceps, un fungo parassita, infetta la
popolazione di una cittadina americana, trasformando gli esseri umani in
mostruose creature; l'ignaro Joel perde la figlia. Vent'anni dopo Joel è un
mercenario con una missione: trovare la quattordicenne Ellie e portarla dalle
Luci. Da queste banali premesse si sviluppa uno straordinario legame tra Joel
ed Ellie, con personaggi indimenticabili straordinariamente caratterizzati. Se
potrebbe sembrare che la componente horror sia prevalente, in realtà si tratta
di un emozionante viaggio in una decadente America in cui i personaggi sono
messi in primo piano rispetto all'apocalisse. Le scene spettacolari sono poche
ma mai fini a sé stesse e ciò che sorprende è la caratterizzazione di
un'America desolante, cupa e priva di vita. I ritmi di gioco sono lenti e di
conseguenza realistici, distaccandosi molto dai ritmi forsennati e surreali dei
classici action adventure. Non mancano i colpi di scena ma in generale sono i
dialoghi a prevalere nelle cut-scenes.
Infetti e cacciatori per un'esperienza survival
Il gameplay di TLoU non sorprende per originalità o
innovazione, ma per l'estrema qualità con cui è stato realizzato. La visuale è
in terza persona dalla spalla come ci hanno abituato tutti gli action degli
ultimi anni, Joel non ha limitazioni con le armi, infatti ogni arma che
acquisirà nel corso del gioco sarà comodamente selezionabile con le frecce del
pad. Si possono strangolare i nemici o accoltellarli silenziosamente consumando
coltelli. Le bocche da fuoco sono imprecise e di varia potenza e utilità
rendendolo molto realistico e impegnativo, ogni arma è differenziata alla
perfezione e saper decidere quale usare in situazioni pericolose è fondamentale.
Il combattimento a mani nude funziona molto bene riprendendo le meccaniche di
schivata e contrattacco di Uncharted 3; nell'ambiente sono presenti armi
bianche molto utili per sopraffare in fretta i nemici e mattoni e bottiglie da
utilizzare per aggirare i nemici. Interessante l'introduzione di una modalità
d'ascolto che evidenzia la posizione dei nemici, funzionalità particolarmente
utile per i novizi. La scarsità di scorte a disposizione costringe a
pianificare ogni scontro e mischiare stealth e azione è estremamente fluido. Si
possono costruire coltelli e mazze con le scorte recuperabili nell'ambiente; è
presente anche un sistema di potenziamento, non esteso come un gdr ma comunque
funzionale e utile. Si possono migliorare le abilità di Joel come udito, potenza
d'attacco e riduzione del rumore dei passi. Trovando ingranaggi e scorte si
migliorano le componenti di ogni arma per avanzare nel gioco, ma sono piuttosto
esosi e sarà necessario esplorare bene gli ambienti.
Ellie è gestita dall'I.A. e la sua presenza non inficerà se
si utilizzano approcci stealth.
I nemici sono suddivisi in due categorie: umani e infetti. I
primi sorprendono per l'eccezionale I.A: utilizzano tattiche di gruppo e
aggirano la nostra posizione prendendoci persino alle spalle furtivamente,
anche utilizzando tattiche stealth indagano e si dividono al minimo rumore; gli
infetti si suddividono in quattro stadi: runner, stalker, clicker e bloater. I
runner mantengono sembianze umane e appena vi individuano vi assaliscono, se in
gruppo attaccano tutti assieme rendendo molto difficile fuggire; gli stalker
attaccano furtivamente nascondendosi nell'ambiente, spesso con attacchi a
sorpresa dall'alto; i clicker sono cechi ma iper sensibili ai rumori, di fronte
a essi bisogna spostarsi con cautela restando accovacciati, l'unico modo per
ucciderli è con un coltello; i bloater infine sono infetti all'ultimo stadio di
dimensioni enormi che attaccano con le spore di cui sono ricoperti, per
sconfiggerli sarà importante prendere le distanze.
Un multiplayer atipico ma povero di contenuti
Il multiplayer ha solo due modalità: Ccci ai rifornimenti e
Sopravvissuti. La prima è una modalità competitiva con un limite di 20 respawn
in round 4 vs 4 molto tattici, l'obiettivo è eliminare la squadra avversaria e
collaborare sarà fondamentale, infatti gli imprudenti che si gettano sui nemici
non avranno modo di sopravvivere in questo peculiare multiplayer; la seconda
modalità è la più apprezzabile: nessun respawn e di conseguenza scontri
estremamente lenti e strategici che soddisferanno certamente gli amanti delle
sfide hardcore. Si dovranno superare 12 settimane con un clan che crescerà
trovando scorte e che diminuirà se si svolgono partite dalle scarse
prestazioni. Si tratta di un online molto divertente e atipico ma poco longevo
e piuttosto scarno. L'esperienza single player resta il fulcro del gioco.
Tecnicamente è senza mezzi termini il più impressionante
titolo per PS3. Modelli poligonali dettagliatissimi, animazioni fluide e
realistiche ed espressioni facciali straordinarie. Le ambientazioni sono curate
fin nei minimi dettagli con texture sempre di ottimo livello e shader
eccezionali e il sistema di illuminazione è curatissimo. Anche il frame rate si
mantiene sempre stabile senza cali evidenti coronando The Last of Us come un
traguardo tecnico per una console definita superata. Il comparto sonoro è
anch'esso eccezionale: ottimi doppiatori italiani nonostante qualche errore di
mixaggio, campionatura ambientale e delle armi praticamente perfetti e una
colonna sonora meravigliosa.
In un quadro di assoluta eccellenza c'è qualche marginale
bug, sporadiche compenetrazioni e rare texture caricate in ritardo.
La campagna single player è estremamente longeva
considerando gli standard attuali: dalle 15 alle 20 ore per completare il
single player. Tra le 4 difficoltà spicca Sopravvissuto, una vera sfida
caratterizzata dall'assenza della modalità ascolto e da pochissime scorte
reperibili nell'ambiente. Per i cacciatori di trofei sarà gradita la presenza di
numerosi collezionabili.
COMMENTO FINALE:
The Last of Us è un capolavoro imprescindibile per qualunque
videogiocatore che si rispetti, un'esperienza unica che sfiora la perfezione
sotto tutti punti di vista. Una trama quasi estranea al mondo videoludico per
emotività e crudezza, un comparto tecnico strepitoso e un gameplay impegnativo
e ragionato. PS3 non poteva chiudere la generazione con un titolo migliore che
vale persino l'acquisto di una console. Un'indimenticabile viaggio post
apocalittico che rimarrà negli annali. Anche su next gen difficilmente vedremo
un esperienza simile.
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