21 luglio 2014

La saga di Prince of Persia - a cura di LucioFrenetico


Al giorno d’oggi, sono veramente pochi i titoli che permettono di far emozionare il giocatore fino a tal punto da diventare un fan accanito della produzione stessa. Le saghe storiche dei videogiochi infatti, stanno pian piano venendo abbandonate per far spazio a nuove IP e a nuove produzioni Indie, che stanno praticamente invadendo l’attuale mercato videoludico. 

Ciò, però, non dev’essere visto come qualcosa di negativo, grazie a queste realizzazioni infatti, gli sviluppatori che non hanno risorse e materiali tipici di una produzione tripla A, possono comunque dire la loro in un settore governato principalmente da grandissime Software House. Quest’ultime infatti, si affidano ai loro brand più affermati per accaparrarsi fette di pubblico più ampie, che preferiscono il nuovo capitolo di un’affermata saga rispetto ad un nuovo gioco semi-sconosciuto. Questo è il motivo per cui, nel corso della storia videoludica, abbiamo notato e anche apprezzato, come Ubisoft abbia deciso di puntare fortemente su uno dei suoi capostipiti, Prince of Persia. Questa saga, come avrete potuto intuire dal nome, è ambientata nell’antica Persia e l’elemento che caratterizzerà principalmente tutti i capitoli della serie sono le sabbie del tempo, un grandissimo potere che il protagonista scoprirà e dovrà imparare a gestire.



Dove il mito nasce
Il 1989 era un anno dove i videogames iniziavano ad imporsi prepotentemente sul mercato. I generi che andavano per la maggiore erano sicuramente gli sparatutto, ma si stavano iniziando ad affermarsi anche le avventure grafiche e i platform.
In quell’anno però, Brøderbund ebbe il coraggio di osare. Creò infatti un genere tutto nuovo, un videogioco a piattaforme dove il protagonista impugnava una spada e non armi da fuoco, una vera novità per quei tempi. Il progetto funzionò, Prince of Persia, questo il nome del gioco, divenne famoso in tutto il mondo per le sue meccaniche e per la sua giocabilità, davvero un passo in avanti rispetto al passato.
Non si fece attendere, naturalmente, un seguito. Nel 1993 infatti, i ragazzi di Brøderbund decisero di pubblicare il sequel della loro creazione, intitolato Prince of Persia 2: The Shadow and the Flame. Non ci furono grandissimi cambiamenti dal
primo capitolo, l’unica novità degna di nota infatti, era una veste grafica migliorata. Nonostante ciò, il gioco fu apprezzato tantissimo, in quanto la formula di base funzionava talmente bene da far apprezzare nuovamente il titolo, tralasciando i pochi miglioramenti.


Il mito divenne leggenda
Negli anni 2000, riconoscendone il grandissimo potenziale, Ubisoft ebbe la geniale idea di investire le proprie risorse nel brand di Prince of Persia. Non fece mossa più azzeccata.
Dopo 3 anni di intenso lavoro infatti, nel 2003, ebbe luce il primo grande capitolo che segnò l’inizio della trilogia che fece la storia dei videogiochi, Prince of Persia: Le sabbie del tempo. Ai tempi dell’annuncio c’era scetticismo nell’aria, tutti si chiedevano: riuscirà Ubisoft a mantenere la stessa qualità del titolo originale unita ad un’ottima grafica 3D?. Ci riuscì, e anche bene.
Oltre ad un ottimo gameplay infatti, il gioco proponeva una narrativa eccezionale, capace di incollare il giocatore allo schermo dall’inizio alla fine. La trama infatti, non era mai banale e scontata, ma saliva di grado con il proseguo della storia. Il protagonista, il principe senza nome, rimarrà nel cuore degli appassionati per i suoi famosi monologhi e per il suo amore verso la principessa Farah, che lo aiuterà fornendo supporto in quasi tutta l’avventura. Una volta giunti i titoli di coda, anche i più scettici spererebbero in un secondo capitolo per continuare a impersonare colui che decise di tornare indietro nel tempo pur di salvare la sua amata, nonostante essa non si ricordasse più di lui.
Gli sviluppatori, non si fecero attendere ed esaudirono quasi subito le richieste da parte dei videogiocatori. Nel 2004 infatti, ebbe luce Prince of Persia: Spirito guerriero, il secondo capitolo di una grande trilogia. Questo capitolo, può essere considerato quasi un azzardo da parte dei creatori, in quanto abbandonarono la figura del principe ingenuo e sentimentale per lasciar posto ad un principe cupo e molto più cattivo. Dal lato tecnico, il gioco propose un grandissimo passo in avanti rispetto al già ottimo primo capitolo. Per i motivi descritti precedentemente, questo
titolo non venne apprezzato come il predecessore, e i fan chiesero prepotentemente un ritorno al passato per l’ultimo capitolo della trilogia.
Questo avvenne esattamente un anno dopo, nel 2005, quando venne pubblicato Prince of Persia: I due troni, che aveva il difficilissimo compito di chiudere il cerchio in grande stile, mantenendo gli elementi positivi sia del primo, che del secondo capitolo. Le richieste dei fan furono esaudite in pieno, i Due Troni infatti, ritorna ai temi solari e spensierati del primo capitolo, grazie anche al ritorno della principessa Farah, che non si ricorderà praticamente niente di tutte le vicende occorse nel primo episodio. Nonostante ciò, la principessa aiuterà il principe per tutta la durata dell’avventura come se il tutto, non fosse stato realmente dimenticato.
Il gioco si conclude con un cerchio perfetto: Farah chiede al Principe come sapesse realmente il suo nome. Lui inizia a raccontarle la storia, usando lo stesso monologo dell'introduzione e della fine del primo gioco, pronunciando la seguente frase:

'' Molti pensano che il tempo sia come un fiume che scorre lento in un'unica direzione. Ma io che l'ho visto da vicino, posso assicurarti che si sbagliano. Il tempo è un mare in tempesta. Forse ti chiederai chi sono e perché io parli così. Siediti, e ti racconterò la storia più incredibile che tu abbia mai sentito... ''

La trilogia, fu praticamente amata da tutti e non verrà mai dimenticata nel corso del tempo.


Il ritorno del mito
Al termine della fortunata trilogia, il pubblico sentiva il bisogno di un vero e proprio ritorno al passato, di rispolverare quelle meccaniche che avevano reso famoso il brand. In seguito a ciò, nel 2007, Gameloft pubblicò Prince of Persia Classic, un vero e proprio remake del primo PoP uscito nel lontano 1989. Il gioco, disponibile a prezzo budget nei principali negozi digitali online, proponeva una veste grafica del tutto nuova, perfettamente integrata al gioco originale, che non snaturava le meccaniche, seppur datate, del titolo base. Furono inclusi infatti più nemici e più
trappole, mantenendo l’avventura sullo stesso livello di sfida con cui era stata proposta nella sua prima versione.

La favola di un disegno
Dopo 3 anni dalla conclusione della storia del Principe, Ubisoft decise di far proseguire la saga con un capitolo completamente nuovo, che si distaccasse in modo netto dai precedenti. Nel 2008 quindi, nacque Prince of Persia, titolo che proponeva un mondo di gioco e un protagonista del tutto nuovi. L’unica caratteristica che fu ripresa dai precedenti titoli è la presenza di una figura femminile che aiuta costantemente il Principe nel corso della sua avventura. Elika quindi, prenderà il posto di Farah, con un vero e proprio passaggio di testimone. Per marcare ancor di più il netto distacco dai precedenti titoli, è la presenza di un nuovo stile grafico, il cel shading, che permette di far apparire le immagini generate tramite computer grafica come se fossero disegnate a mano. Il titolo, ribattezzato Prince of Persia 2008 per non confonderlo con il capostipite della saga, fu apprezzato dalla critica e dal pubblico, tant’è che poi venne rilasciato un DLC che fungesse da reale epilogo alla trama.


Il ritorno della leggenda
Nel 2010, uscì l’ultimo capitolo al momento disponibile di questa fortunata saga, chiamato Prince of Persia: Le sabbie dimenticate. Quest’ultimo, può essere considerato un midquel, dato che si inserisce nella trilogia delle "Sabbie del Tempo", collocandosi cronologicamente tra Prince of Persia: Le sabbie del tempo e Prince of Persia: Spirito guerriero. Questo capitolo, vede il ritorno a schermo del famoso Principe che ha accompagnato i giocatori durante i famosi 3 capitoli, proponendo anche un gameplay vario, ma basato su meccaniche solide, in modo tale da far riapprezzare il tutto ai fan di vecchia data.


Non solo videogames
Sempre nel 2010, in parallelo all’uscita dell’ultimo gioco disponibile, arrivò nelle sale cinematografiche il primo e ,al momento, unico film dedicato al principe di Persia. Diretto da Mike Newell e basato sull'omonimo videogioco, la pellicola si intitola Prince of Persia - Le sabbie del tempo, esattamente come il primo capitolo della classica trilogia. La produzione però, non si rivelerà un adattamento vero e proprio dal videogioco in quanto presenta una trama indipendente, nonostante la presenza di vari elementi condivisi con capitoli videoludici che hanno reso famoso il Principe in tutto il mondo.



E per il futuro?
Al Momento, Ubisoft non ha piani futuri per continuare la saga, ma tutti i fan si aspettano un nuovo capitolo che, prima o poi, sicuramente arriverà. Si era rumoreggiato un capitolo basato sul motore proprietario Ubisoft UbiArt Framework, utilizzato in grandi produzioni come Rayman Legends, Child of Light etc., che potrebbe permettere un ritorno in grande stile della serie con un remake del primissimo capitolo uscito nel lontano 1989. Chissà se prima o poi Ubisoft ci farà questo regalo.


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